14/04/2020
Buongiorno e Benvenuti, sono Matteo Casali, in arte Caramello. Le condizioni di quarantena causata dal Covid-19 mi hanno portato a riflettere intensamente sulla mia pittura e voglio condividere con voi quelle che sono state le mie esperienze nel campo artistico negli anni passati.
Ho il piacere quindi di presentarvi la mia mostra virtuale intitolata “Peripatetico“, un viaggio retrospettivo che mira ad analizzare i punti chiave del mio percorso artistico pittorico dalle origini fino ad oggi, per individuare le opere e i momenti chiave di svolta che mi hanno portato ad avanzare nelle mie ricerche attuali.
Periodo delle Rocce
Nel 2018, iniziato a frequentare l’Accademia di Belle Arti di Venezia, la mia pittura cambia drasticamente. Comincio una ricerca basata su storie suggerite, piccole nature morte in cui un filo spinato che intralcia la visuale crea mistero. Una serie di quadri piccoli e suggestivi che talvolta allargano la visuale mostrando interni di caverne e paesaggi rocciosi.
In “Rovine dal futuro”, le statue antiche si mostrano abbandonate e mescolate assieme ai massi che compongono l’interno di una caverna. Pezzi metallici si intravedono qua e la per raccontare una storia.
Paesaggi
Il mio sguardo si allontanava sempre di più dal particolare al generale e durante il workshop svolto a Forte Marghera (VE) iniziai a dipingere una serie infinita di piccoli paesaggi, in cui le rocce venivano sempre meno a favore di una, pur sempre solitaria, vegetazione, e una quantità enorme di disegni a tema.
Ritorno alla figura umana
Il passo che portò dal semplice paesaggio all’inserimento in esso della figura umana fu inevitabile. Il paesaggio aveva esaurito il suo tempo e avevo bisogno di una nuova ricerca per continuare a dipingere in modo interessante. La figura umana immersa quasi sempre nel paesaggio che tanto avevo studiato era la strada giusta da percorrere.
Nell’opera “All’ombra dell’acero”, di grandezza 150x200cm, ho iniziato a comporre scene con più figure. In questo caso, due ragazzi trovano rifugio dal caldo primaverile all’ombra di un grande acero che, coi suoi rami ricurvi, copre il volto di uno dei due.
Perfezionamento della tecnica
Lo studio della figura umana continuò portando la ricerca ad uno studio compositivo più complesso in cui venivano inseriti anche elementi e soggetti a carattere mitologico. Alcuni elementi indicavano già, però, la via che avrei intrapreso più avanti: nel dipinto “Finestra sull’infinito”, infatti, malgrado lo sfondo presenti un paesaggio, era già abbastanza neutro e la figura umana era caratterizzata più dagli indumenti che da un volto riconoscibile.
Il periodo Arancione
La ricerca continuava, prendendo una direzione insolita: durante il periodo che passai a Thiene, riportò la mia attenzione ai campi, tinti di arancione, e la figura umana era pesantemente influenzata dal mito di Dafne, studiato precedentemente. Qui, in ogni dipinto l’essere umano si fonde con il paesaggio, ora diventando albero, ora fondendo letteralmente il soggetto con lo sfondo. Le figure non erano più caratterizzate da un ritratto fedele, ma da pochi elementi, come le scarpe indossate. Nel dipinto “Ricordi avvolgenti”, la ricerca arancione volge al termine, ponendo tutte le basi per quella che sarà la successiva.
Periodo Nero
Parallelamente al periodo arancione, svolgevo uno studio completamente diverso: Il “Periodo nero”. Questa ricerca voleva riprendere la figura umana come la dipingevo nei primissimi quadri del 2012, con pennellate vigorose ed espressive, ma con tutta la nuova conoscenza appresa nel corso degli anni. In “Danza della notte”, i bambini (soggetto principale di questo periodo) mentre giocano si rendono conto dell’esistenza della morte; ogni bambino deve affrontare questo dramma e qui rappresento la sensazione di vuoto e depressione trasformando il giorno in notte e il giardino in un non-luogo. La vita intera diviene un luogo di passaggio vuota e senza personalità.
Periodo Bianco
La mia ricerca attuale l’ho intitolata “Periodo Bianco”: soggetti prevalentemente singoli, abbozzati, descritti e personalizzati solamente da un indumento, su stanze (non-luoghi) vuote, anonime, fredde. Il dipinto “The Black Sphere” rappresenta appieno il senso della mia ricerca: poche linee che danno l’idea di uno spazio, un certo tipo di pantaloni che caratterizzano il personaggio e una sfera nera, che suggerisce una storia in modo sottile.